A.S.D. Valtidone

     15 Novembre 2012

 

 

            Intervista al Mister

            Massimo Cornelli

  

Massimo Cornelli, primo a Sinistra, Mister della Valtidone dalla stagione 2011-2012.

   Nella foto con il suo staff tecnico, Andrea Vesentini e Davide Dosi.     

 

 

 

 

 

"Come dico spesso nello spogliatoio, tutti devono essere bravi a fare la corsa in più per aiutare il compagno in difficoltà.

Occorre fare proprio il motto: uno per tutti e tutti per uno."

 

 

 

"Alla fine di un allenamento il DG Groppi entrò nel nostro spogliatoio, e in modo spontaneo ma anche un pò preoccupato disse “Mister, ma ghet dit tì da ciapà mia la porta ?"

 

 

 

"Sono soddisfatto di quanto fatto dai ragazzi, le partite disputate fino ad ora sono state giocate senza demeritare sul piano del gioco e dell’organizzazione della squadra. Stiamo giocando un buon calcio, e quando si gioca bene i risultati non tardano ad arrivare"

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

 Massimo Cornelli, secondo anno alla guida tecnica della Valtidone. Come ti trovi a Pianello?

 

"A meraviglia, con alti e bassi, come è giusto che sia; sto vivendo una splendida esperienza.   Si è creata una stima reciproca con tutti (penso e spero): i dirigenti, i giocatori e le persone che gravitano intorno alla Valtidone."

 

Raccontaci come è nato l’approccio con la Valtidone, e cosa ti ha convinto a venire  nell’estate del 2011

"Venivo dall’esperienza con il Fiore, diedi le dimissioni a novembre 2010, quando eravamo secondi dietro al Marsaglia, per divergenze di vedute con la dirigenza.

 

Avevo una gran voglia di ricominciare e rimettermi in gioco. Arrivò la telefonata di Groppi, ci incontrammo con la dirigenza nell’attuale VALTIBAR…..trovai immediatamente la voglia, l’entusiasmo e la passione che ritrovo in me e che mi permette di fare ciò che amo."

 

Ci sono stati momenti, durante e alla fine della prima stagione, in cui hai pensato che non avresti fatto altre stagioni con noi?

"Onestamente devo dire che durante il corso della stagione scorsa non ho mai avuto il tempo di pensare a questa cosa, perché siamo stati tutti molto impegnati fino alla fine, culminata con una stupenda e meritata salvezza.

 

A fine stagione ho avuto offerte di panchine, in provincia e non, che ho valutato con attenzione.

Alla fine è prevalso il sentimento e la stima dimostratami da tutti a Pianello."

 

 

Definisci la Valtidone e il suo gruppo con qualche aggettivo che trovi adeguato

 

"Un gruppo di dirigenti fantastico, iniziando dal Presidente (sempre prudente ed equilibrato nelle proprie esternazioni), passando per il “vice” (ambizioso), il DS Groppi (istintivo e vigoroso nelle sue manifestazioni), la ns. Presidentessa (fantastica cuoca e grande donna), il Segretario “il nostro Gigino” (allarmante e meraviglioso allo stesso tempo), il portafortuna Bubu (ometto di gran carattere).

Fino ad arrivare all’imprescindibile Renato (tuttofare e sarcastico con le sue famosissime barzellette) che permette di allenarci nel migliore dei modi, senza dimenticare tutti quelli che, non solo alla domenica, riescono a portare avanti una grande società."

 

 

E con lo spogliatoio?

 

"Come anticipato in estate, ci sono sette giocatori nuovi su venti. Era normale che ci si doveva conoscere e accettare.

Il rapporto con i confermati della passata stagione è assolutamente splendido, con i nuovi, che tra l’altro la maggior parte conoscevo già, si sta creando.

Come dico spesso nello spogliatoio, tutti devono essere bravi a fare la corsa in più per aiutare il compagno in difficoltà.

Occorre sul campo fare proprio il motto: uno per tutti e tutti per uno."

 

 

 

Hai un aneddoto, una storia che ti è rimasta particolarmente impressa durante la tua esperienza a Pianello che ci vuoi raccontare?

 

"Una situazione che ricordo sempre con il sorriso sulla bocca, ancora adesso mentre la descrivo….

Durante uno dei primi allenamenti dello scorso campionato stavamo provando una delle esercitazioni offensive, il DG Groppi stava seguendo l’allenamento a bordo campo.

Era una di quelle serate in cui ai ragazzi riusciva poco o nulla, e alla fine dell’esercitazione non centrarono neppure una volta lo specchio della porta.

Alla fine dell’allenamento Groppi entrò nel nostro spogliatoio, e in modo spontaneo disse (rigorosamente in dialetto) “Mister, ma ghet dit tì da ciapà mia la porta ? (mister,ma gli hai detto tu di non fare goal?).

Lo ha esternato con tono tanto ironico quanto preoccupato che mi fece esplodere in una risata vera.

Ancora adesso quando lo ricordiamo nello spogliatoio, sorridiamo divertiti."

 

 

 

Parlaci un po’ del tuo credo calcistico: atteggiamenti, tattiche, ecc.

 

"Il mio credo calcistico è quello di imporre il proprio gioco sull’avversario.

Questo mi porta, a volte, a non cercare la difesa estrema del risultato ma di inseguire la vittoria anche contro avversari sulla carta superiori.

Importante a mio giudizio e soprattutto nei dilettanti, l’attenzione e l’approccio alla partita, la determinazione e la “cattiveria” agonistica che ognuno mette a disposizione dei propri compagni.

 

Mi piace molto il modulo tattico del 4-3-3, modulo certamente offensivo se è proposto con tre attaccanti puri, modulo leggermente più difensivo se i due esterni alti sono trequartisti o centrocampisti con caratteristiche offensive.

In questo periodo con i ragazzi stiamo proponendo il 4-2-3-1, modulo che differenzia poco dal 4-3-3, ma che ci permette di aver maggior copertura in fase difensiva avendo due centrocampisti ad aiutare i quattro difensori.

Sono altrettanto convinto, al di la dei numeri, che sia la qualità dei giocatori a fare la differenza.

Credo molto nelle palle inattive, oggi più del 65% delle partite vengono sbloccate da goal su palle inattive; per questo dedichiamo molto tempo sul campo per trovare soluzioni nuove e diverse."

 

 

 

C’è qualcuno che ti ha ispirato come allenatore nei Dilettanti?

 

"Ho avuto, e conosco, tanti bravi allenatori con cui mi confronto spesso, tutti mi hanno dato o mi danno input interessanti.

Ma sono anche convinto che cercare di “scimmiottare” qualcun altro in personalità, carisma, atteggiamento, lessico……..diversi dai propri, sia deleterio, e non sempre darebbe gli stessi risultati."

 

 

 

Raccontaci la tua carriera come calciatore e poi allenatore, le squadre dove sei stato e come è andata. Se hai qualche aneddoto interessante ci farebbe piacere sentirlo.

 

"Calcisticamente sono nato a Gossolengo, passato poi a Podenzano, per finire al Piacenza dove o affrontato un campionato allievi e tre di primavera.

 

Alla prima esperienza in categoria, con l’Oltrepò, vincemmo il campionato di serie "D", feci due anni di serie "C" a Stradella.

Poi Vogherese, S. Angelo, Fidenza, Viadana, Vigolo, Gossolengo, Asola, finendo la mia carriera alla Sannazzarese dove ho avuto la possibilità di iniziare ad allenare.

 

Un siparietto che mi porterò per tutta la vita…..quando giocavo a Fidenza (tre l’altro con Dosi) ogni lunedì sera dopo l’allenamento, tutti noi giocatori, andavamo a mangiare a Gossolengo….

Un compagno al pianoforte, si rideva e si cantava (sempre le stesse canzoni per nove mesi) mangiando e “bevendo”.

Alla fine della cena diventò obbligatorio salire sulla fontana al centro della piazza, utilizzandola come nave, e “vogare” tutti insieme verso la meta……la promozione in serie D…….e così avvenne!!!! "

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Cornelli con la maglia della Sannazzarese, ultima squadra dove ha giocato e prima squadra che ha allenato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come è successo che dopo aver giocato sei diventato allenatore? Per caso oppure lo avevi già previsto?

 

"Puramente per caso, anche se devo dire che fare l’allenatore è stato un pensiero che negli ultimi anni di attività come calciatore mi è balzata in testa più di una volta.

A San Nazzaro in 2ª categoria facevo il giocatore, a un certo punto della stagione mister Bricchi ebbe problemi e non poté continuare ad allenare;

il presidente Berni mi chiese di vestire, oltre alla maglia da giocatore, i panni dell’allenatore. Accettai."

 

 

 

Qui sei stimato, e io che scrivo per il sito internet sono uno di questi. Ma due piccoli difetti in mister Cornelli io li intravedo. Vediamo tu cosa dici: in cosa vorresti migliorare?

 

"Sicuramente i difetti che ho non saranno solamente due, se così fosse, mi riterrei molto fortunato.

<<Non si finisce mai di imparare e migliorare>> non è frase fatta, perché nello sport come nella vita di ogni giorno si ha la possibilità di migliorarsi incontrando persone diverse con pensieri e vedute divergenti dalle proprie, cercando spesso di mettersi in discussione e farsi un esame di coscienza."

 

 

 

Siamo molto contenti anche del tuo staff, ragazzi umanamente fantastici oltre che preparati. Dicci come li hai conosciuti e da quando lavorate insieme.

 

"Purtroppo, ma nello stesso tempo per fortuna, ci siamo incontrati “professionalmente parlando” qui alla Valtidone.

Sono veramente persone eccezionali sia sul campo sia fuori, molto preparate e con cui ci si può interfacciare su ogni argomento.

 

Ho conosciuto Davide Dosi (Dado per tutti) all’età di sedici anni al Piacenza, da allora tanti campionati insieme e contro.

Persona di spogliatoio, sempre un sorriso per tutti, carattere davvero unico.

Ci conosciamo come fratelli….Andrea Vesentini lo conoscevo perché incontrato diverse volte sui campi di calcio, ma nulla di più; è stata una splendida intuizione quella di portarlo con me alla Valtidone.

Si è creato subito un feeling perfetto, persona molto attenta ai particolari, preparata ed equilibrata. Una piacevolissima sorpresa.

Con entrambi spero di poter lavorare anche in futuro."

 

 

 

L’ASD Valtidone ha un ampio Settore Giovanile che impegna parecchie risorse. Hai qualche consiglio da dare alla società per migliorare la gestione di questo impegnativo ambito?

 

"Non mi sento di dare consigli ai già preparati dirigenti e istruttori delle fasce d’età più giovani…… so che sono in ottime mani con il responsabile Savini che riesce nell’impresa non facile della gestione dei ragazzi.

L’unica cosa che mi sento di esprimere è quella di non aver paura a investire (anche economicamente) in persone capaci e preparate come quelle che attualmente ricoprono i ruoli di istruttori e preparatori delle fasce di età più giovani…… da dove nascono e crescono i campioncini del futuro."

 

 

 

Quest’anno la squadra è stata cambiata. A inizio dicevi che occorreva un po’ di tempo per capire di più sui nostri mezzi. Adesso cosa ci puoi dire?

 

"Sinceramente non mi aspettavo di essere, dopo dieci giornate, a questo punto della classifica. I ragazzi si stanno trovando e amalgamando pian piano, forse troppo pian, ma stiamo giocando un buon calcio, e quando si gioca bene i risultati non tardano ad arrivare.

 

Arriviamo da una buona mini-serie, due pareggi esterni (Fontana e Sporting Fiorenzuola) e la prima vittoria in questo campionato contro la Pontenurese, speriamo di mantenere una tensione alta senza cadere in eccessi di presunzione.

 

Sono soddisfatto di quanto fatto dai ragazzi, le partite disputate fino ad ora sono state giocate senza demeritare sul piano del gioco e dell’organizzazione della squadra.

Siamo, forse, stati penalizzati oltremodo da errori dei singoli, che grazie alla completata disponibilità dei ragazzi stiamo cercando di limitare.

Un elogio per l’impegno dimostrato da tutti in questi primi mesi di lavoro.

 

Sono oltremodo convinto che continuando su questa strada la Valtidone raggiungerà l’obiettivo prefissato a inizio stagione……la permanenza in categoria."

 

 

 

Mi ha colpito il fatto che lo scorso anno, dopo lo spareggio vinto e mentre si festeggiava, non hai voluto fare discorsi, anche se sei stato invitato a farlo.

Eppure nello spogliatoio e in campo quello che devi dire lo dici eccome. Come mai? Che tipo sei? Come ti descriveresti a livello caratteriale?

 

"Sono un tipo abbastanza riservato, difficilmente do confidenza, sono tranquillo, non mi piace essere troppo al centro dell’attenzione.

Nello spogliatoio è mio compito cercare di migliorare le situazioni di difficoltà o che ci creano problemi prima, durante e dopo le gare.

Quello è il mio habitat……fuori da lì non amo avere eccessi o essere sotto i riflettori, né in un senso né nell’altro.

 

Credo in quello che faccio e ci metto anima e corpo per cercare di farlo al meglio; entusiasta, testardo e determinato, queste forse sono le caratteristiche che meglio descrivono la mia vita."

 

 

 

Ok Massimo, grazie della tua disponibilità. Vediamo se hai imparato il saluto della Valtidone:

      “Fino alla……”?

 

"FINEEEEEE !!!!!!

E aggiungerei:………E ANDIAMOOOOOO !!!!! "